Chiesa di San Menna

Chiesa di San Menna (frazione San Menna)

Descrizione

La chiesa di San Menna, posta nella frazione omonima, è la più antica di Lucoli. Infatti, notizie certe sulla sua esistenza vengono riportate dalle Bolle papali di Alessandro III del 1178 e di Innocenzo III del 1215 in cui figura tale chiesa con il nome di “San Menna di Silva Plana”. Ma ancora prima, esiste una citazione riferita al periodo 789-822 del territorio di “San Mennato in Silva Plana” nella Cronaca del monastero benedettino di Santa Maria di Farfa, opera del monaco Gregorio di Catino nel XII secolo.

Non si conosce la forma in cui l’edificio originario si presentava agli occhi del fedele, poiché esso ha subito variazioni nel corso del tempo (non a caso sono presenti affreschi realizzati sopra decorazioni più antiche). Si ipotizza anche che, originariamente, l’edificio fosse adibito a culto pagano e che, successivamente, sia stato ampliato e consacrato come chiesa cristiana. Certo è che,  per la sua edificazione, sono stati utilizzati materiali provenienti da costruzioni d’età romana del circondario (se ne trova riscontro nella presenza di frammenti lapidei con iscrizioni latine sia nella parte interna sia in quella esterna delle pareti). È noto che questa prassi fosse particolarmente diffusa in tutte quelle zone che avevano ospitato centri romani (per l’Abruzzo si pensi alla vicina Amiternum o anche ad Alba Fucens). Le motivazioni del riciclaggio di materiali d’età romana non sono, come si potrebbe superficialmente credere, solo economiche e pratiche: tramite essa l’architettura, e quindi la chiesa cristiana delle origini, voleva soprattutto dimostrare e mettere in risalto che Cristo aveva vinto sul paganesimo.

Sulla parete nord-ovest è stata costruita, in tempi più recenti, la casa canonica che, dal 1970, appartiene a privati.

La chiesa è stata riaperta al culto nel 2001, dopo i lunghi lavori di restauro (circa un trentennio) diretti dalla Soprintendenza  delle Belle Arti e resi possibili anche grazie al contributo dei parrocchiani. Durante questo periodo venne eretta, poco distante, un’altra chiesa per rispondere alle necessità spirituali della comunità. Tale nuovo edificio, dedicato alla Vergine (come si può notare dall’iscrizione “Ave Maria” riportata sulla facciata), è oggi sconsacrato e quindi utilizzato per altre attività.

La chiesa parrocchiale è dedicata a San Menna, soldato egiziano militante nell’esercito romano e martirizzato attorno al 303 – 303 d.C. in Frigia sotto l’imperatore Diocleziano. Di questo santo è custodita, in una nicchia sopra l’altare maggiore, una statua lignea policroma del XVII secolo in cui San Menna è raffigurato vestito da soldato romano (con lancia, elmo e armatura) e la palma del martirio in mano.

L’intero edificio è ricco di affreschi e decorazioni, che coprono le pareti delle navate, e di cappelle devozionali fatte erigere dalle più facoltose famiglie della zona nei secoli XV-XVI. Sulla parete di destra si osserva, infatti, l’altare della famiglia Marinanza fatto innalzare da Alfonso Marinanza nel 1594; sulla parete di sinistra troviamo la cappella di San Giacomo (così intitolata per via di un affresco andato perduto nell’ultimo restauro ed eretta dalla famiglia di Grazioso Pupatti nel 1550); infine, sul pilastro centrale si nota un affresco di Madonna col Bambino commissionato dalla famiglia Micarelli (ben visibile è l’iscrizione Micaregliu datata 1537). Altre due cappelle, le cui mensole sono andate distrutte, sono attribuite, da testimonianze verbali, una alla famiglia Cirella con l’affresco del Compianto, l’altra alla famiglia Cipriani con l’affresco comprendente le figure di Sant’Antonio, Sant’Apollonia, San Francesco e Dio Padre, il tutto sormontato dalla Madonna del Soccorso (datata 1545).

Indubbiamente degno di nota è l’affresco raffigurante la Crocifissione di Gesù opera di Saturnino Gatti24, uno dei maggiori artisti aquilani che visse a cavallo tra ‘400 e ‘500. Nell’affresco, realizzato tra il 1490 e il 1494, sono rappresentati: Gesù crocifisso, la Vergine Maria svenuta per il dolore e sorretta da due delle pie donne, Maria Maddalena abbracciata alla croce, San Giovanni Evangelista raffigurato, come sempre, molto giovane, due angeli (che raccolgono il sangue di Cristo per offrirlo al Padre), una serie di paggi (particolarmente diffusi tra le nobili famiglie) e alcuni guerrieri (quello a cavallo alla sinistra di Gesù potrebbe essere San Longino, il centurione che, dopo averlo trafitto, si convertì). Occorre notare che quasi tutti i personaggi (tranne Cristo) sono abbigliati secondo le consuetudini dell’epoca di Saturnino Gatti, poiché l’episodio religioso è stato tradotto dall’artista nel linguaggio tipico del suo tempo. In questo modo lo spettatore contemporaneo al Gatti poteva essere maggiormente coinvolto dall’opera che osservava.

Legata alla chiesa di San Menna è la Madonna della Croce di cui si trova una riproduzione in una nicchia alla sinistra dell’altare. Questa Madonna, che gli abitanti di Lucoli (soprattutto di queste frazioni) hanno in particolare devozione, è connessa a un episodio avvenuto nel 1578. In tale occasione, la Madonna apparve a un giovane pastore lucolano di nome Felice Calcagno che aveva smarrito il suo gregge mentre si trovava in Puglia a svernare. La Vergine lo aiutò a ritrovare le pecore e così egli decise di portare la statua della Madonna, uguale a quella dell’apparizione, a Lucoli. Giunti presso la Croce del Castello di Roio, davanti alla chiesetta di San Leonardo, l’asino che la trasportava si inginocchiò e non ne volle più sapere di continuare. Così i Lucolani, presi da forte devozione, la caricarono a spalla e la portarono fino all’abbazia di San Giovanni. Il giorno dopo la statua non era più lì, ma “se n’era tornata” a Roio, dove, nel 1625, è stato eretto un santuario dedicato proprio alla Madonna della Croce25. I Lucolani, che tuttavia nutrivano grande fede e venerazione per questa Madonna, fecero fare, della statua originale, una copia che oggi è custodita nella chiesa di San Menna.

All’interno della chiesa è conservata anche un’importante Croce processionale opera dell’orafo sulmonese  Paolo di Meo Quadraro, artista facente parte di una delle più note famiglie della città. Questa croce, risalente agli inizi del ‘400, è molto simile a quella appartenente all’abbazia di San Giovanni e realizzata sempre dallo stesso autore.

Modalità di Accesso

Libero

Contatti

Comune di Lucoli
Telefono

086273160

PEC

protocollo.lucoli.aq@legalmail.it

Indirizzo

Via Francesco Saverio Gualtieri n. 10

Luogo

Lucoli frazione San Menna, 67045, Comune di Lucoli

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