Cos'è
Sono più di dieci anni che l'Associazione Amici di San Michele di Vado Lucoli, insieme al Parroco per gli aspetti religiosi, organizzano questo evento suggestivo, prima la Santa Messa nella piccola Chiesa sulla collina e poi, per la discesa, una fiaccolata.
Al ritorno nella Frazione, sulla piazza di Vado Lucoli, viene bruciato in un falò un fantoccio che rappresenta l'anno passato.
La manifestazione è suggestiva e senz'altro ha radici lontane, i partecipanti attivi alla Messa ed alla processione del ritorno, in quei momenti si sentono protagonisti di una vita diversa, si sentono parte di una Comunità come un anello di una catena che li unisce al vecchio e li proietta al nuovo.
Questa dimensione sentimentale è ricordata ancora oggi in molti paesi dell'Abruzzo dove, per la forte emigrazione non c’è più un ricambio generazionale e molti anziani si sentono defraudati del futuro perché non vedono più il ripetersi di riti antichi: le fiaccole nessuno le accende più, anche se sono ben vive nei loro ricordi di gioventù.
La tradizione di questo evento coltivata dagli Amici di San Michele costituisce un bene culturale locale da salvaguardare e da proteggere, poliforme e straordinariamente fragile, trattandosi di un patrimonio non soltanto oggettuale ma largamente spirituale.
L'attività organizzata ogni anno il 31 dicembre alimenta un bene comune che merita di essere partecipato da più persone possibili, proprio per costruire il senso della Comunità locale, minacciata come tante altre, dalla massificazione.
La fiaccolata del ritorno, su di un terreno impervio, ha tante valenze antropologiche arcaiche: il fuoco nelle sue molteplici sfaccettature brucia, scalda, purifica, propizia, trasforma, distrugge, cancella, attira, ricrea, concentra, allontana, consuma, ispira, da energia, feconda, trasmuta, fonde, ma illumina anche il mondo, l’anima e la mente.
Il fuoco ha una valenza molto contrastante, è utile ed è devastante, è santo ed e maledetto, illumina ma si disperde nel buio, scende dal cielo e riempie l’inferno.
Il fuoco fonde i contrari. Il fuoco è considerato il mediatore tra il divino e l’umano per questo è stato usato in tutti i sacrifici agli dei ed è divenuto il simbolo della presenza divina.
Nell'Aquilano era vivo nella tradizione delle feste natalizie l'uso della "'ntossa", è probabile che anche a Lucoli fosse presente e, le fiaccole di oggi, sono le eredi di questa.
Ogni famiglia preparava la tradizionale torcia che veniva ricavata munendosi di una cerquotta, ossia tagliando una piccola quercia ricavandone dal tronco dritto un grosso bastone della lunghezza minima di 150 cm, la cui sommità veniva aperta ad imbuto e inzeppata di altro legno fino a formarne una grossa estremità, che veniva fatta seccare in attesa della vigilia di Natale.
Dato fuoco alle 'ntosse, le famiglie, guidate dal piu giovane che portava in mano la caratteristica fiaccola, si avviano alla funzione religiosa.
Giunti nei pressi della chiesa, le 'ntosse venivano ammucchiate tutte in un punto in mezzo alla piazza del paese così da formare un ulteriore falò (tradizione citata per San Giovanni Valle Roveto.