Descrizione
La chiesa di San Sebastiano è posta nella frazione Collimento, nella parte alta del centro storico. È molto antica perché già citata nella Bolla di Innocenzo III del 1215 tra i possedimenti abbaziali. Tutto ciò si evince dai reperti di affreschi rinvenuti sulle pareti e successivamente ricoperti da intonaco sia per motivi artistici che igienici (in epoche passate le chiese erano usate come lazzaretti per ospitare i malati di peste).
Nel 1313 figurava tra le chiese che appartenevano per metà all’abbazia e per l’altra metà alla diocesi di L’Aquila. Questa particolare situazione permaneva anche nell’anno 1474, anno in cui il vescovo aquilano Amico Agnifili visitò la chiesa e la gente del luogo confermò tale situazione. Dati i contrasti tra Santa Croce e San Sebastiano, il vescovo decise di dividere i beni della chiesa di San Salvatore di Collimento (chiesa esistente in località Cerreta già nel 950 e scomparsa nel XV secolo), che era ormai senza rettore e in situazioni disastrate, tra queste due chiese, con la promessa che San Sebastiano garantisse fedeltà alla diocesi aquilana.
La chiesa ha una forma anomala in quanto è senza fronte: l’ingresso principale, infatti, si apre sulla parete di destra della navata ed è preceduto da una scalinata. L’ingresso secondario, invece, è posto nella cappella dedicata a San Giuseppe, annessa alla navata principale. Costruita in un secondo momento rispetto alla chiesa principale per interessamento della nobile Caterina Lupacchini di Collimento (fu costei infatti che, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, ne finanziò la realizzazione “depositando la moneta” sotto le fondamenta, come era in uso all’epoca), tale cappella è posta a sinistra dell’altare maggiore ed è molto interessante da un punto di vista architettonico: è coperta, infatti, da due cupolette ellittiche traverse che formano vele di sostegno decorate da affreschi con angeli e da uno stemma vescovile recante la scritta “ex toto corde”. Al suo interno, in una teca di vetro, è conservata la statua di San Giuseppe col Bambino in braccio. A sinistra di tale statua ve n’è un’altra raffigurante San Gabriele dell’Addolorata, santo patrono dell’Abruzzo e dei giovani.
Di grande valore artistico è da segnalare la statua lignea di San Sebastiano recentemente restaurata cui è dedicato l’altare maggiore. Questo altare, in stile barocco, risulta nella forma e decorazione molto simile a quello dell’abbazia di San Giovanni, segno che entrambe le chiese (come anche quella della Beata Cristina) furono ricostruite nello stesso periodo e precisamente dopo il terremoto del 1703.
La chiesa è dedicata, oltre che a San Sebastiano, alla Madonna delle Grazie e a San Rocco. La figura di San Rocco, come quella di San Sebastiano, è molto ricorrente nelle chiese di campagna perché entrambi questi santi sono considerati protettori della peste. Nelle chiese lucolane si ritrovano diversi affreschi e statue raffiguranti tali santi a testimonianza delle gravi pestilenze che colpirono il nostro territorio in epoche passate.
Alla fine degli anni ’60, alcuni abitanti di Collimento aiutati dall’abate Virgilio Pastorelli fecero restaurare la statua della Madonna delle Grazie che si scoprì avere un notevole valore artistico perché opera di Silvestro dell’Aquila19 da tempo ricercata.
Secondo la tradizione, originari di Lucoli e discendenti dei Conti Marsi di Collimento si ritiene siano i conti Mosca: tracce della loro presenza sono state rinvenute sia nell’abbazia di San Giovanni (stemmi e lapidi) sia nella frazione di Collimento (costruzioni gentilizie oggi di proprietà privata). Infatti, sempre a Collimento, ubicati su uno scoglio roccioso si trovano i resti del Castello di Collimento (risalenti al XI secolo) in cui, come vuole la leggenda, dimorò il conte Oderisio (colui che nel 1077 fondò l’abbazia di San Giovanni).
All’interno del paese è possibile visitare altre due testimonianze legate alla storia lucolana: palazzo Properzi, appartenente all’omonima famiglia che nei secoli passati ebbe un ruolo fondamentale nelle vicende armentarie lucolane (il barone Antonio Properzi prese in moglie una marchesa proveniente da Foggia a riprova degli ottimi rapporti commerciali che si instaurarono tra queste zone) e palazzo Cialente (nei pressi del Castello). Erano queste le famiglie più facoltose di Lucoli.
Modalità di Accesso
Libero
Contatti
Luogo
Lucoli frazione Collimento, 67045, Comune di Lucoli